L’analisi andamentale

SDM-IN-051 World Bank

La valutazione andamentale si sostanzia nel monitoraggio operato dalla banca sui rapporti che l’azienda intrattiene:

  • con il sistema bancario (informazioni ottenute dalla Centrale dei Rischi)
  • con la stessa banca affidante (informazioni ottenute mediante la verifica dei dati interni)

Sulla base della descrizione riportata sul sito internet della Banca d’Italia, la Centrale dei Rischi (CR) è definita come un “sistema informativo sull’indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie”; in sostanza, è una enorme banca dati in cui ogni mese affluiscono le informazioni trasmesse da ciascun intermediario finanziario circa i crediti verso i propri clienti superiori a 30.000 euro e, comunque, sui rapporti passati a sofferenza, senza limiti di importo. Per contro, la Banca d’Italia fornisce mese per mese agli intermediari le informazioni sul debito totale di ciascun cliente verso il sistema creditizio.

In estrema sintesi, le operazioni di affidamento catalogate nella CR sono articolate in sezioni relative alla tipologia di crediti erogati (crediti per cassa, crediti di firma, derivati, garanzie ricevute più una sezione informativa); ciascuna sezione, a sua volta, è articolata secondo i diversi tipi di rischi a cui il sistema bancario è soggetto in base alle caratteristiche delle operazioni creditizie. La mole di dati a disposizione serve, in sostanza, a tracciare un profilo del soggetto affidato per valutarne il merito creditizio: ad esempio serve a sapere se il soggetto onora regolarmente le proprie esposizioni o è un “cattivo pagatore”, magari con una o più posizioni in sofferenza, se si trova in situazione di temporanea difficoltà finanziaria risanabile nel breve periodo o se è in condizione di dover essere ammesso a procedure di ristrutturazione dei fidi e così via.

Le informazioni estratte dalla Centrale dei Rischi, aventi cadenza mensile, sono poi integrate dalla banca mediante il dettaglio dell’analisi dei dati interni, aggiornati con cadenza praticamente giornaliera, in maniera tale da creare una sorta di complementarità con le informazioni della CR al fine di tracciare un profilo di rischio completo relativamente al soggetto affidato.

L’analisi andamentale diventa così la più aggiornata tra quelle costituenti complessivamente l’analisi dal merito creditizio, in quanto è soggetta al maggiore “refresh” delle informazioni, a differenza dell’analisi quantitativa (scoring di bilancio) che ha periodicità annuale e dell’analisi qualitativa, costituita di fatto da generiche statistiche sulla collocazione dell’azienda nel proprio settore di attività.

Diventa pertanto strategico per l’azienda, nei rapporti con le banche, migliorare le variabili che incidono sui risultati dell’analisi andamentale.

In primo luogo è buona prassi redigere periodicamente il budget di tesoreria recante la previsione delle entrate e delle uscite di periodo, in maniera tale da conoscere in anticipo le possibili situazioni di tensione finanziaria e approntare le relative contromisure (ad esempio ottenere maggiori dilazioni dai fornitori o applicare una scontistica particolare sulle vendite in caso di pagamento “pronta cassa”, il tutto finalizzato a riequilibrare i flussi di liquidità).

È poi fondamentale monitorare costantemente i fidi, tenendo in particolar conto le variabili valutate negativamente dalle banche: ad esempio, mai utilizzare i fidi “al limite” per un periodo di tempo troppo lungo; infatti, nonostante l’affidamento produca un costo (rappresentato dalla relativa commissione praticata dalla banca), è sempre bene non utilizzarlo per intero in maniera prolungata nel tempo, in quanto ciò può indurre nella banca la sensazione che il soggetto affidato verta in condizioni di tensione finanziaria.

Il giusto corollario di quanto poc’anzi detto è ovviamente che è pericoloso ai fini di una buona analisi andamentale mantenere croniche situazioni di sconfinamento.

In certi casi può certamente essere vero che le tensioni finanziarie rappresentate dalle situazioni testè descritte siano reali, ma in altri può accadere che ciò sia dovuto semplicemente a una mancanza di accuratezza nella gestione dei fidi, laddove ad esempio un rapporto sia sovrautilizzato in presenza di altri invece sottoutilizzati (non è un’ipotesi infrequente); inoltre, alle linee di credito autoliquidanti a sostegno della politica commerciale dell’azienda è bene affiancare le normali linee di affidamento “per cassa”, come un fido su conto corrente di importo adeguato, in quanto se gli effetti, le ri.ba. o le fatture anticipate sui fidi autoliquidanti si dovessero rivelare poi degli insoluti, il recupero fatto dalla banca si riverbererebbe sul c/c ordinario e, se il conto non è affidato, lo scoperto è automatico; magari nel breve termine esso è anche tollerato dalla banca, ma a lungo andare l’unica conseguenza possibile è quella di far peggiorare il rating complessivo dell’azienda affidata.

Infine, se proprio non si può fare a meno di sconfinare, è bene seguire poche e semplici regole, così riassumibili:

  • evitare gli sconfini protratti oltre 90 giorni (insolvenze) o, peggio, oltre 180 giorni (sofferenze);
  • far ruotare periodicamente gli sconfini da banca a banca, in maniera tale da evitare di ritrovarsi nella situazione di cui al punto precedente;
  • meglio sconfinare su fidi di cassa, più tollerati dalle banche, che “saltare” il pagamento di un debito rateizzato (mutuo, leasing, ecc.);
  • “spalmare” su più banche gli anticipi su effetti, ri.ba. o fatture riguardanti clienti che sono avvezzi al pagamento tardivo.

In conclusione, se l’analisi qualitativa è spesso connotata da caratteri di eccessiva genericità e lo scoring di bilancio incontra il limite della manipolabilità per via delle politiche di bilancio, ricordiamoci che il mantenimento di un buon andamento dei rapporti con il sistema bancario è forse la migliore strategia per ottenere credito, in quanto l’analisi andamentale è quella a cui il soggetto affidato non può “mentire”.

2 commenti su “L’analisi andamentale”

  1. Pingback: Il delicato problema delle garanzie bancarie

  2. Analisi molto interessante e utile. La gestione dei rapporti con il sistema bancario è vitale per una azienda, eppure le indicazioni fornite nel post, che denotano una gestione attenta della tesoreria, spesso vengono ignorate dalle imprese. Risultato: un inutile aumento dei costi.

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